Zona, marcatura a uomo e difesa elastica.
Ritengo utile e meritevole di attenzione portare a conoscenza dei lettori utenti il commento qui sotto riportato che ho inviato a mister Gigi Cagni in risposta al suo articolo apparso sul suo blog dal titolo Principi Base dove parla della zona precisando che nel praticare tale sistema difensivo bisogna marcare a uomo in area con il difensore posizionato tra avversario e porta.
“FINALMENTE si è toccato un tasto importante su cosa sia la Zona e come vada interpretata veramente e l’autore non poteva che essere mister Cagni perché conoscitore e già praticante della marcatura a uomo in seguito evolutasi con la Zona.
Naturalmente non posso che essere d’accordo in linea di massima con il mister non solo quando dice che con la zona bisogna marcare a uomo nella propria “sfera territoriale” o area di competenza, cosa che affermano a parole e non a fatti chi propina e sostiene questo genere di sistema difensivo, ripeto sul piano teorico, accademico mentre in realtà vediamo e seguiamo ben altre situazioni che si rispecchiamo chiaramente, concretamente nelle cause dei gol evitabili dovuti appunto ad assenza di marcatura individuale; ma soprattutto quando precisa un aspetto tattico irrinunciabile nell’applicare la zona marcando a uomo ovvero la posizione che il difensore deve assumere sempre, senza soluzioni di continuità svolgendo il compito a lui assegnato di fermare l’avversario, QUELLA di stare tra lui e la propria porta.
Mister Cagni ha espresso il suo pensiero sulla zona in rapporto a come deve essere effettuata la marcatura, un concetto che mi è ben presente da quando a partire dal 1990 ho messo in evidenza i risvolti, le conseguenze negative di questo sistema nell’essere applicato con linea, fuorigioco, ecc., per arrivare a proporre dopo uno studio attento ed approfondito sui gol evitabili un mio modo di FARE DIFESA oggi in senso moderno, diverso e innovativo che ho chiamato Difesa Elastica come sa chi ci legge.
In sostanza nella mia analisi sono andato oltre, superando i principi ed i canoni classici della Zona pur avendo come denominatore comune il riferimento ineludibile all’avversario da marcare a uomo non alla vecchia maniera però, seguendolo anche nello spogliatoio come qualcuno può pensare, rileva in maniera sbrigativa e un po’ ottusa alle nuove proposte quasi per partito preso.
Prima di dettare sinteticamente i punti che contraddistinguono questo mio tipo o forma di difesa moderna, vorrei precisare che su un punto dell’articolo mister Cagni non mi trova d’accordo quando dice che ultimo riferimento nel giocare con la difesa a Zona deve essere la palla, se il senso da dare a questa frase è che viene dopo, certo non prima, o anche trascurata.
La mia valutazione in proposito è diversa perché ritegno sulla base dei tanti gol evitabili visionati e studiati che la marcatura dell’uomo, a uomo non può non prescindere dal contestuale e corrente presa di attenzione sulla palla e la sua circolazione mentre si tiene d’occhio l’avversario per essere anticipato, contrastato e per ultimo annullare il suo tiro con un’opposizione fisica frontale attiva, oltre a stare in posizione paritaria e quindi sicura nell’affrontare il suo eventuale dribbling nell’uno contro uno.
Questa sottolineatura o aspetto distintivo che è parte sostanziale della Difesa Elastica ha dato vita alla formulazione concettuale e trascritta del Controllo Visivo Attivo che consiste nel marcare l’uomo tenendo d’occhio sia i suoi movimenti sia quelli di circolazione della palla, del suo portatore in via simultanea dando priorità ai primi come forma di intervento ma senza trascurare o mettere in secondo piano i secondi.
Rinviando ai miei articoli, ad uno in particolare dove ho messo a confronto in maniera ampia la Zona con la Difesa Elastica evidenziando i pro e i contro di queste due scelte tattiche difensive, mi corre l’obbligo qui di aggiungere ciò che nell’articolo non è stato riportato che non credo sia sottinteso da mister Cagni essendo anch’egli, non vorrei sbagliarmi, per la linea, per la palla coperta e scoperta, per il fuorigioco e altri canoni estetici della zona.
La mia proposta, idea di difesa che come ho già detto altre volte è sinonimo di marcare l’uomo, non prevede l’applicazione delle componenti tattiche della Zona in via di principio e quindi niente linea retta, né fuorigioco sistematico o altre di cose simili, ma la marcatura dell’uomo assegnato, abbinato anche in zona non strettamente sua, attraverso il ricorso al controllo visivo attivo e alla corretta presa di posizione senza soluzioni di continuità dell’avversario da marcare stando sempre tra lui e la porta che ripeto non significa rifarsi al vecchio concetto di difesa a uomo del passato quanto piuttosto marcare in maniera flessibile, intelligente; questa è la Difesa Elastica in un assetto tattico che prevede sempre un uomo in più in difesa a fare da libero o usando un’espressione di adesso a determinare la “superiorità numerica” in posizione leggermente arretrata per coprire con la diagonale lo spazio venutosi a creare.
Grazie Gigi per avermi dato questa ulteriore opportunità, occasione per esprimere le mie idee, convinzioni su un argomento come quello della fase difensiva da aggiornare in senso moderno indicando, proponendo una nuova linea guida, di tendenza da perseguire a tutti i livelli nel calcio dove a beneficiarne sarà anche lo spettacolo, la dinamicità senza più vedere le belle statuine in campo davanti alla porta."
Giorgio Pivotti